Il commento di Sergio Dani.
Italprogetti è un punto di riferimento per il settore meccano-conciario. Nel corso degli anni l’azienda toscana attiva sin dal 1973 ha contribuito alla realizzazione o alla ristrutturazione delle più importanti concerie del mondo provvedendo alla progettazione di base, all’ingegneria di processo, alla fornitura delle macchine e all’avviamento di unità produttive all’avanguardia da tutti i punti di vista. Oltre che leader nella produzione di botti in polipropilene e impianti di automazione, nel tempo Italprogetti si è specializzata nella depurazione progettando e realizzando impianti di trattamento effluenti di tutti i tipi. L’ufficio tecnico è il cuore dell’attività aziendale che oggi vanta 50 addetti che seguono lo sviluppo dei tanti progetti in corso, alcuni dei quali extra-settore come quelli per la filtrazione dell’olio e le cartiere.
Dal vostro osservatorio come va oggi il settore?
“Vediamo tanta voglia di ripartire. Si stanno rimettendo in moto i grandi progetti che erano rimasti congelati allo scoppio della pandemia, ma certo non è facile. Ci sono nuove problematiche come il forte rincaro dei trasporti e delle materie prime che portano a strozzature delle catene di fornitura. Sui clienti pesa anche la sempre più agguerrita concorrenza dei materiali alternativi alla pelle che sta interessando anche il segmento del lusso” commenta Sergio Dani, responsabile commerciale dell’azienda.
I conti aziendali non sembrano comunque aver risentito troppo della pandemia.
“Non possiamo lamentarci – dice Dani – Il 2019 è stato per Italprogetti l’anno con il fatturato più alto in assoluto, il 2020 ha fatto registrare un calo del 10% mentre il 2021 ha superato i numeri del 2019. Nonostante i numeri positivi, però, come dicevo siamo preoccupati per l’incertezza riguardo al futuro e le tante incognite che frenano la ripresa: oggi è impossibile fare previsioni, si naviga a vista”.
Sappiamo che lei segue l’Africa. Com’è la situazione lì?
“In Africa ci sono tanti problemi e la pelle oggi sta soffrendo la crisi del segmento medio basso, al punto che molte pelli grezze vengono buttate via perché non è più redditizio lavorarle. Dal canto nostro siamo felici di aver portato avanti un importante progetto in Tanzania che sta per avviarsi felicemente alla conclusione. Si tratta di un grande centro di produzione integrata di pelli e calzature in cui Italprogetti ha curato tutta la parte conceria e dove l’attività è prossima alla partenza. L’obiettivo è arrivare a produrre 1.500 pelli bovine e fino a 4.000 di pelli ovine al giorno. Questo progetto rappresenta una storia di successo, un modello che potrebbe essere replicato altrove” conclude Dani.